Lunedì 11 maggio tavola rotonda su Donato Bramante
Comunicato stampa pubblicato il giorno 06/05/2015
Il Dipartimento di Scienze della comunicazione e Discipline umanistiche dell’Ateneo urbinate con il patrocinio dell’Accademia Raffaello organizza una tavola rotonda per la presentazione del volume curato da Massimo Moretti Il genio conteso. Mito e fortuna di Donato Bramante nel suo territorio di origine (Centro Studi Mazzini, 2014). L’incontro si terrà lunedì 11 maggio alle ore 16, 30 nell’Aula Magna del Rettorato, via Saffi, 2. Il volume raccoglie i risultati di una capillare ricerca bibliografica e documentaria svolta sul campo da Massimo Moretti, Agnese Piccardoni e Maria Maddalena Paolini sulla fortuna di Donato Bramante nell'ex ducato di Urbino dalla sua morte, di cui ricorre il quinto centenario, sino ai giorni nostri. L'indagine censisce le iniziative artistiche e culturali sollecitate nei secoli scorsi dal mito di Bramante e delle sue diverse patrie (d'elezione, di origine, di nascita); una particolare attenzione è stata riservata alla riscoperta di Bramante da parte dei diversi centri dell'ex ducato di Urbino nei decenni che hanno preceduto e seguito l'Unità d'Italia valutando storicamente, e comparativamente con altre somme figure (Michelangelo, Leonardo, Caravaggio), il significato e le ragioni del fenomeno dell'identificazione di una comunità con il proprio ( o presunta tale) "uomo illustre". Gli interventi dei relatori metteranno in luce alcuni aspetti delle loro ricerche ad iniziare dal concetto di patria messo in campo da Massimo Moretti diverso da quello risorgimentale che emerge nella Urbino dell’Ottocento indagato da Maria Maddalena Paolini che rende note le intenzioni degli urbinati di erigere un monumento che accomunasse Bramane e Raffaello, restando infine quest’ultimo quasi come esclusivo rappresentante della cultura artistica del Quattrocento. Con pazienza Moretti ha inoltre messo insieme in una intelligente antologia i vari manoscritti degli eruditi locali impegnati nell’intento di indicare il luogo di nascita dell’architetto. Nella stessa misura Agnese Piccardoni è riuscita a ricostruire le iniziative relative ai monumenti celebrativi a Fermignano e in Urbania, nonché identificare i tentativi di manomissioni di quelle che venivano ritenute essere le prove attestanti il luogo di nascita mentre Giancarlo Rosa presenta inoltre uno studio denso di novità e nuove proposte sul cosiddetto "tempietto di Bramante" di Urbania, gioiello ingegneristico e architettonico eletto da una tradizione ottocentesca a segno plausibile e tangibile del genio del Bramante nel suo territorio di origine . Le comunità candidate a patria dell'architetto urbinate hanno instaurato e ricostruito ex post un rapporto che si è preteso quasi sempre singolare ed esclusivo: si sono quindi moltiplicati, e a volte falsificati, i segni di questa appartenenza con l'intenzione, quasi sempre in buona fede, di condividere ancora e per sempre l'aura e la fama del Genio, partecipando di una gloria ravvivata in particolare nei passaggi più critici della storia (fine del ducato, invasioni napoleoniche, Risorgimento, guerre mondiali, crisi economiche). Studi eruditi, pubblicazioni, dedicazioni, committenze artistiche, liturgie civiche, hanno saldato, rafforzato o addirittura costruito l'identità di una "patria" e il suo senso di appartenenza. Con il volume si intende dare un contributo originale agli studi bramanteschi che consenta di promuovere la conoscenza del grande architetto e di poter godere del suo genio nel deciso superamento di ogni anacronistica manifestazione di particolarismo civico per un'autentica riscoperta del territorio tanto più forte quanto più consapevole della propria unità culturale.
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