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Si è svolto a Urbino il Lego Serious Play

Comunicato stampa pubblicato il giorno 08/05/2015

Che cosa c'entrano Lego e l'innovazione di prodotto? Come può questa coppia divenire un'occasione di incontro tra Università e imprese? La risposta, niente affatto scontata, è l'incontro che si è tenuto lo scorso 5 maggio nell'aula magna del Collegio Raffaello. Incontro organizzato da Università di Urbino Carlo Bo, Dipartimento di Scienze di Base e Fondamenti, Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Informazione, in collaborazione con le Scuole di Economia e Scienze della Comunicazione, con il Knowledge Transfer Office dell’Università di Urbino, con l’associazione NeuNet e con l’ISIA. L'iniziativa, chiamata “Lego® Serious Play®”, ha messo assieme allo stesso tavolo imprenditori, studenti e neolaureati provenienti da Economia, Giurisprudenza, Scienze della Comunicazione e Isia. Una compagine che divisa in squadre ha dovuto riflettere sul tema dell'innovazione di prodotto affidandosi al mattoncino danese. “Dovrete creare - ha spiegato Michele Vianello, esperto di social networking, agenda digitale e smart cities – metafore tridimensionali di ciò che sta nella vostra testa. Dopodiché dovrete spiegarlo agli altri attraverso un lavoro di storytelling”. A raccogliere il guanto di sfida, grazie anche al supporto di Confindustria, Confapi e CNA, sono state 14 imprese che hanno partecipato alle due sessioni previste: Imab, Benelli Armi, Pensarecasa, Noctis, Arredoclassic, Sinergia, Guerrieri, Adv Medialab, Boxmarche, Effegomma, Fiam, Imar, Officina Meccanica Sorcinelli, Sap. Mondi diversi ma che hanno a che fare con la selezione naturale del mercato, che devono essere innovativi se vogliono restare competitivi. Vianello, che ha già sperimentato questo “esercizio per stimolare idee e risultati”, soprattutto nelle amministrazioni pubbliche (l'ultima volta in ordine di tempo con un gruppo di sindaci intenti nel trovare soluzioni di progettazione valide per le loro città) ha quindi aggiunto: <Benvenuti in questa follia: spegnete i cellulari e eliminate ogni forma di auto-referenzialità. Sentirsi bravi non basta: occorre che anche gli altri vi considerino bravi”. I gruppi, suddivisi in squadre, hanno ciascuno elaborato una propria interpretazione del concetto di innovazione. “Questo tipo di iniziative – ha commentato il professor Alessandro Bogliolo,  coordinatore della Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Informazione e organizzatore dell’evento – è un metodo utile per mettere uno di fronte all'altro studenti, neo-laureati e imprenditori per condividere entusiasmo e competenze fuori dagli schemi”.          

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