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Il 6 novembre l'incontro "Effetto città" a Palazzo Ducale aspettando il Festival del Giornalismo Culturale

Comunicato stampa pubblicato il giorno 30/10/2015

L’incontro con Vincenzo Trione, scrittore, docente universitario e curatore del padiglione Italia alla 56esima Biennale d’Arte di Venezia si annuncia come una ghiotta anticipazione del prossimo Festival del Giornalismo Culturale di Urbino. Dalle 17, a Palazzo Ducale, a dialogare con l’autore di “Effetto città. Arte/Cinema/Modernità” (Bompiani, 2014) saranno i conduttori del festival Lella Mazzoli, Direttore IFG di Urbino e Giorgio Zanchini (Giornalista RAI), assieme a Stefano Bartezzaghi docente allo IULM di Milano. Dopo i saluti di Vilberto Stocchi (Rettore Università di Urbino Carlo Bo) Luca Ceriscioli (Presidente Regione Marche) e Giorgia Muratori (MiBACT) interverranno Anna Maria Ambrosini (Università di Urbino Carlo Bo) Roberto Cioppi (Comune di Urbino) Lucia Miodini (ISIA Urbino) Umberto Palestini (Accademia di Belle Arti Urbino) e Maria Rosaria Valazzi (Storica dell'arte).

Durante l’incontro, gli studenti dell’ISIA di Urbino realizzeranno delle “sintesi visive” che metteranno in evidenza percorsi e temi discussi.

L’evento è organizzato dall’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino, il Dipartimento di Scienze della comunicazione e discipline umanistiche dell’Università di Urbino Carlo Bo e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti e l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino.  

La città moderna: in continua trasformazione, priva di centro, crea un nuovo modo di vedere. Baudelaire è tra i primi a coglierne il senso. Nel corso del Novecento e oltre, pittori, registi, scrittori e filosofi cercano i mezzi adeguati a dire una realtà che mette in crisi i modi di rappresentazione tradizionali. Vincenzo Trione ripercorre una storia complessa e in perenne divenire, facendo dialogare teorie e opere: architettura e cinema, pittura e urbanistica. Parte da alcuni luoghi-simbolo (Parigi, Vienna, New York, Roma, Napoli...); e li analizza per il ruolo che hanno avuto nel riconfigurare lo sguardo degli artisti. Pone a confronto i classici delle avanguardie storiche e i videoclip, i concettuali e i writers. Da de Chirico a Warhol, da Boccioni a Ruttmann, da Ejzenstejn a Dario Argento, da Schwitters e Cornell ai film apocalittici hollywoodiani, rintraccia analogie impensate e illuminanti. Con un'idea di fondo: mettere in luce come le metafore, le invenzioni e le scommesse dell'arte siano indispensabili per trovare una strada nel caos della "città che sale". Trione mostra come la metropoli emerga nelle opere astratte di Mondrian, Rothko e Fontana. E come il cinema, da Antonioni a Wenders, sia spesso un'arte astratta. Si delinea così l'archeologia di un futuro possibile: una cartografia che conduce da spazi reali e riconoscibili a spazi immaginari, fantastici.

 

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