Sigillo di Ateneo a William R. Shea
Comunicato stampa pubblicato il giorno 22/05/2018
Mercoledì 23 Maggio il Magnifico Rettore dell’Università di Urbino Vilberto Stocchi consegnerà il Sigillo d'Ateneo al prof. William Shea (Professore galileiano emerito di Storia della scienza nell'Università di Padova, membro effettivo della Reale Accademia delle Scienze di Svezia).
A seguito della cerimonia, che prenderà il via alle 15,30 nell'Aula Magna del Rettorato a Palazzo Bonaventura in Via Saffi 2, il prof. Shea terrà una lezione dal titolo: "Leonardo da Vinci: il genio che apre la rivoluzione scientifica", un’occasione da non perdere per approfondire la conoscenza delle origini dell’umanesimo scientifico urbinate.
William René Shea (Quebec, Canada, 1937) è uno storico del pensiero scientifico di fama internazionale, che ha segnato profondamente la storia della scienza, impostandone le linee metodologiche e interpretative in maniera originale e feconda, con ricadute significative nella filosofia della scienza.
Laureatosi all'Università di Cambridge, è poi diventato ricercatore presso l'Università di Harvard. Ha quindi insegnato all'Università di Ottawa, alla McGill University di Montreal, presso la quale ha diretto per molti anni il Dipartimento di Filosofia, trasferendosi poi in Europa come professore ordinario all'Università di Strasburgo, Chiamato a Padova per chiara fama, sulla prestigiosa Cattedra galileiana di Storia della scienza dal 1992, è attualmente professore galileiano emerito presso tale ateneo e Visiting professor presso il Max Planck Institute di Berlino.
Gli studi di Shea si sono concentrati sulla scienza moderna e sulla rivoluzione scientifica. Il suo Galileo’s Intellectual Revolution del 1972, tradotto in italiano per Sansoni nel 1974, ha sottolineato in una nuova prospettiva le ricadute che l’opera scientifica galileiana ha avuto sul pensiero filosofico del suo tempo. Mentre la categoria di rivoluzione scientifica era stata introdotta assumendo come riferimento il significato politico del termine, come nel celebre saggio di Thomas Kuhn sulla struttura delle rivoluzioni scientifiche, Shea mette in campo un’operazione ermeneutica più raffinata. Il pensiero dello scienziato pisano, nel quale egli sa entrare svelandone originalità e profondità, sia in questo che in altri scritti, diventa il luogo nel quale trovano respiro problematiche più profonde, come quella tra il linguaggio formale della matematica e l’empirismo, il rapporto tra gli esperimenti mentali e la prassi scientifica, la relazione tra presupposti culturali e giustificazione di nuovi dati. Questa nuova categoria di rivoluzione intellettuale ha ampliato quella di rivoluzione scientifica conferendole un significato filosofico che, in maniera nuova e determinante, ha formato la consapevolezza di doversi confrontare sempre con la scienza di un’epoca ogni qual volta si vuole capire lo spirito di quell’epoca.
Non meno importante e sempre in questa direzione il coraggioso volume Reason, Experiment and Mysticism in the Scientific revolution, che ha messo in luce la necessità di analizzare la nascita della scienza moderna anche in relazione a pratiche che oggi classifichiamo come non scientifiche, come la magia, l’astrologia e l’alchimia. La scienza ha ritagliato la sua identità confrontandosi con il contributo che proveniva da tali pratiche, rigettandone alcuni aspetti, ad esempio l’ermetismo, e accogliendone altri, come la dimensione fortemente empirica e l’emancipazione dalla metafisica tradizionale. Con lo stesso coraggio intellettuale e originalità di pensiero, Shea ha saputo spiegare come la questione galileiana relativa al dissidio con la Chiesa e alla condanna del 1633 sia una storia intricata e complessa, in cui entrano in gioco molti fattori e che la rendono un esempio paradigmatico della fatica di coniugare teologia e scienza, all’interno di una concezione unitaria del sapere in cui verità di fede e verità di ragione possano coerentemente e proficuamente coesistere.
Nella sua lettura della rivoluzione scientifica, Shea ha dato particolare rilievo al ruolo di Guidubaldo dal Monte e della scuola dell’umanesimo matematico urbinate, la cui influenza Galileo risentì grandemente, soprattutto per gli studi di meccanica, fino al punto di annoverarlo tra i suoi maestri. Lo stesso riconoscimento che Newton tributerà allo scienziato pisano e gli altri due grandi predecessori Copernico e Keplero, quando portando a compimento la fase rivoluzionaria del processo di fondazione della scienza moderna, dichiarò che se era riuscito a vedere più lontano, era perché si trovava sulle spalle di giganti (“If I have seen further it is by standing on the sholders of Giants”).
Dalla nostra città di Urbino, con la sua duplice tradizione matematica e sperimentale, la prima inaugurata da Federico Commandino e proseguita dai suoi allievi, la seconda legata alla ideazione e produzione tecnologica di strumenti scientifici nelle manifatture dei Barocci - la cosiddetta “bottega del mondo”, i cui raffinati orologi di grande precisione erano apprezzati in tutta Europa - ebbe origine quel movimento di idee che, attraverso Galileo e intrecciandosi con elementi di diversa provenienza speculativa, arriverà al razionalismo meccanicistico di Descartes. A quest’ultimo è dedicato un altro emblematico lavoro di Shea, La magia dei numeri e del moto, che sovverte i luoghi comuni sul grande filosofo francese e lo restituisce come genio dai molteplici interessi, in quella che è stata definita “la più completa biografia che mai sia stata scritta su Descartes”.
Sono questi soltanto alcuni dei contributi di William Shea, che è autore e curatore di numerosi studi (circa 30 libri), oltre che autore di oltre 145 articoli apparsi in numerose lingue.
Shea è stato inoltre presidente della Commissione permanente di studi umanistici della European Science Foundation ed è membro da molti anni di prestigiose accademie scientifiche, tra le quali l'Accademia Europea, la Royal Society of Canada, l’Accademia delle scienze di Bologna, l’Accademia nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena, la Royal Swedish Academy of Sciences
Per queste ragioni, l’Università di Urbino Carlo Bo, erede di questa tradizione di umanesimo scientifico fondato su una prospettiva di integrazione profonda tra le due culture, attribuisce al Professor William Renè Shea il suo massimo riconoscimento: il suo Sigillo d’Ateneo.
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