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Digital Media Studies Week: dal 24 al 29 giugno a Urbino esperti internazionali di comunicazione digitale

Comunicato stampa pubblicato il giorno 20/06/2019

“Fake news”, interferenze politiche, tutela della privacy, accesso ai dati dei social media per la ricerca indipendente e controllo pubblico delle piattaforme. Sono questi alcuni dei temi che saranno al centro dell’evento “Digital Media Studies Week”, che si terrà dal 24 al 29 giugno presso l'Università di Urbino Carlo Bo.

Per una settimana la culla del Rinascimento sarà capitale degli studi sulla comunicazione digitale ospitando alcuni tra i maggiori esperti mondiali di media e Internet, “un ulteriore riconoscimento della centralità di Urbino nel panorama internazionale degli studi Internet”, dichiara il prof. Giovanni Boccia Artieri, Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali dell’Università di Urbino che ha promosso questa occasione di confronto con i maggiori esperti “su temi e prospettive di ricerca che sono oggi centrali per uno sviluppo più umano e sicuro del web.”

La settimana di studi inizierà il 24 giugno con il primo Flashpoint Symposium dell'Association of Internet Researchers (AoIR) dal titolo "Below the Radar: Private Groups, Locked Platforms and Ephemeral Contents". Si tratta di una forma di convegno innovativa pensata per rispondere alla “crescente esigenza di dare risposte ai problemi attuali in modo più tempestivo rispetto a quanto possano riuscire a fare le conferenze tradizionali, le pubblicazioni sulle riviste e i libri”, dichiara Axel Bruns, Presidente dell’Association of Internet Researchers (AoIR): “L’accesso degli studiosi ai dati dei social media per condurre ricerca indipendente su questioni come le ‘fake news’ e le interferenze esterne sulle elezioni politiche sono uno di questi problemi. Siamo felici che il Dipartimento DISCUI dell’Università di Urbino abbia accettato questa importante sfida e ospiti per la prima volta in Italia un evento di AoIR”.

L’evento si pone l’obiettivo di osservare “come cambiano le piattaforme che usiamo quotidianamente attivando processi sempre meno trasparenti”, spiega la prof. Laura Gemini (Università di Urbino): “la possibilità di accedere ai contenuti lascia il posto alla loro impermanenza (come nelle stories di Instagram, ad esempio), mentre le interazioni online avvengono sempre meno in pubblico grazie ai gruppi privati, come in Whatsapp o Telegram. Allo stesso tempo le restrizioni delle piattaforme all’accesso dei dati pongono nuove sfide ai ricercatori interessati a osservare scientificamente i comportamenti collettivi nell’ambiente digitale”.

Un problema, quello dell’accesso ai dati dei social media per condurre ricerca di interesse pubblico, che viene messo al centro anche da Rebekah Tromble (Leiden University), alla guida un progetto selezionato da Twitter per valutare la “salute delle conversazioni” online e keynote speaker al Symposium AoIR: “Le piattaforme sono giustamente preoccupate per la tutela della privacy degli utenti e quindi riluttanti a condividere i loro dati con ricercatori esterni, ma senza questo accesso possiamo solo fidarci delle piattaforme stesse e delle loro informazioni rispetto ai problemi che possono sorgere”.

Crystal Abidin (keynote speaker proveniente dalla Curtain University già inclusa tra i Forbes 30 Under 30 Asia 2018 e tra i Pacific Standard 30 Top Thinkers Under 30 2016), sottolinea l’importanza dello studio dei contenuti meno permanenti e visibili della rete come forma di resistenza a un sistema mediatico che rischia diversamente di risultare oppressivo: “In un’epoca caratterizzata da guerre di (dis)informazione, governance controverse e crescenti pratiche di moderazione da parte di media e conglomerati tecnologici, lo studio delle reti meno visibili è importante per capire e supportare forme di innovazione e sovversione. Al Symposium saranno presentati una serie di studi empirici, concettuali e metodologici che sondano le strategie di comunicazione relative alla messaggistica invisibile e alle pratiche di visibilità utilizzate per trasgredire lo status quo”.

A completare il programma della settimana torna inoltre a Urbino, esattamente 10 anni dopo la prima volta, la conferenza internazionale di sociocibernetica dell’International Sociological Association, giunta alla sua quindicesima edizione. Gli studiosi che si riuniranno nella città ducale saranno chiamati nuovamente ad affrontare, alla luce di quanto avvenuto nell’ultimo decennio, le questioni più rilevanti che Internet e social media stanno ponendo alla convivenza sociale e democratica. Sarà un’importante opportunità “per riflettere sull’impatto di Facebook, Whatsapp e Twitter sulla nostra società”, dichiara il prof. Fabio Giglietto, Professore Associato all’Università di Urbino Carlo Bo e presidente del comitato organizzativo delle conferenze: “Oltre cinquanta studiosi provenienti da 20 nazioni e 4 continenti discuteranno della crescente rilevanza di queste piattaforme private per il futuro delle nostre democrazie, delle loro vulnerabilità e delle sfide connesse alla loro governance.”

La Digital Media Studies Week inizierà il 24 giugno con il primo Flashpoint Symposium dell'Association of Internet Researchers (AoIR) dal titolo "Below the Radar: Private Groups, Locked Platforms and Ephemeral Contents" e proseguirà con il convegno dell’International Sociological Association – Research Committee 51 on Sociocybernetics dal 25 al 29 giugno, dal titolo "“Dark Ages 2.0”: Social Media And Their Impact". L’evento si terrà con il patrocinio del Comune di Urbino e il co-finanziamento dell’Università di Urbino per eventi di particolare interesse scientifico.

https://sites.google.com/uniurb.it/dms-week/home

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