L’Università di Urbino in lutto per la scomparsa di Giovanni Bogliolo, Rettore dal 2001 al 2009
Comunicato stampa pubblicato il giorno 31/10/2019
Un grande dolore ha colpito l'Università di Urbino alla notizia della scomparsa del professor Giovanni Bogliolo, il Rettore che raccolse l’impegnativa eredità di Carlo Bo. Nato a Laigueglia nel 1938, giunse a Urbino nel 1968 per insegnare Lingua e Letteratura Francese. Per affinità di docenza ma anche per vicinanza affettiva, fu sempre accanto a Bo fin dai tormentati momenti della contestazione studentesca e attraversò con lui le alterne vicende dell’Università. Toccò a Bogliolo, eletto Rettore nel 2001, affrontare il difficile dibattito anche politico verso la statalizzazione, esteso inevitabilmente in città a chi vi si opponeva strenuamente senza considerare l’ormai improbo confronto con gli atenei statali. Fu lui a promuovere ripetutamente incontri pubblici, aperti a studenti, docenti, sindacati e cittadini per giungere a una soluzione condivisa che infine arrivò a rilanciare l’Ateneo verso l’attuale solidità.
“Il Professor Giovanni Bogliolo ha raccolto una difficile eredità: quella di succedere a Carlo Bo” dichiara il rettore Vilberto Stocchi.”Durante gli anni del suo rettorato ha vissuto momenti difficili, soprattutto quando è stato avviato il processo di statalizzazione del nostro Ateneo. A questo gravoso impegno egli ha dedicato tutte le sue energie offrendo un contributo importante alla realizzazione di un Progetto che di fatto ha reso la nostra Università più solida e in grado di meglio competere a livello nazionale e internazionale. Per questo l’Ateneo gli è profondamente grato. Rinnovo alla famiglia, e in particolare al Professor Alessandro Bogliolo, i sensi del nostro unanime cordoglio per questa grave perdita”.
Commosso il professor Mauro Magnani che fu accanto a Bogliolo durante gli anni del mandato rettorale nel ruolo di Prorettore Vicario: “Con immensa tristezza mi associo al dolore dei familiari e di tutto l’ateneo ricordando l’amicizia profonda che ci ha legato in un periodo fondamentale per il destino del nostro ateneo con la gestione di una crisi finanziaria profonda e infine il raggiungimento dell’ingresso dell’ateneo tra le Università statali del nostro paese. La sua passione per la traduzione che ha mantenuta viva fino agli ultimi istanti della sua vita, la sua dedizione al nostro ateneo, e la generosità che lo ha portato a superare innumerevoli difficoltà resteranno per sempre nel mio cuore e saranno per tutti noi un esempio da ricordare”.
“L’avevo sentito non più tardi di una settimana fa” dichiara Stefano Pivato che nel 2009 successe a Bogliolo quale Rettore. “Mi è stato richiesto di collaborare al rilancio di una casa editrice storica come la Vallecchi, così gli avevo chiesto se se la sentiva di curare il carteggio che Carlo Bo, consulente della casa editrice, aveva intrattenuto con Vallecchi. Aveva accettato la proposta. Con Bogliolo l’Università di Urbino iniziò a entrare in quel percorso che la condusse alla «democrazia» dopo mezzo secolo di rettorato di Carlo Bo. Si è trattato di un processo non facile, spesso caratterizzato da scontri fra le varie Facoltà (allora non esistevano a Urbino i dipartimenti) e le varie personalità. Quel processo, durato anni, ha avuto il suo sbocco nell’inizio della statalizzazione che si sarebbe conclusa nel 2012”.
Autore di numerosi saggi, tra i quali il fortunato “Giovanna d’Arco” (Rizzoli, 1986) e decine di traduzioni che gli valsero nel 1991 il Premio “Grinzane Cavour”, Bogliolo curò le edizioni dei Meridiani di Zola, Flaubert e Proust. I funerali si terranno sabato 2 novembre alle 11,15 nella Chiesa di san Domenico. Camera ardente aperta presso l’abitazione in Via del Fiancale, 15.
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