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mercoledì 23 e e giovedì 24 maggio le Giornate della Ricerca

Comunicato stampa pubblicato il giorno 18/05/2012

Il 23 e il 24 maggio 2012, nell’Aula Magna della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere (Collegio Raffaello, P.za della Repubblica) dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, seconda edizione delle Giornate della Ricerca dal titolo “Il ‘sapere’ della Terra. Dal locale al globale, dal paesaggio al territorio, dalla biodiversità alla bibliodiversità. Verso un Pianeta possibile”.   Questa nuova edizione, che prenderà il via alle 14,30 di mercoledì 23, curata da un pool di ricercatori dell’Università di Urbino (Salvatore Ritrovato, responsabile del progetto, Giovanni Piccoli, Marco Cioppi, Raffaella Sarti), con il patrocinio del Comune di Urbino, della Provincia di Pesare e Urbino e della Comunità Montana Alto e Medio Metauro, focalizza l’attenzione sul tema del territorio, declinato nelle diverse prospettive metodologiche, e inteso sia su scala locale, sia su scala internazionale e mondiale, come ambiente, luogo, paesaggio, ecosistema, natura, gestione delle risorse, contesto produttivo, ambito di vita civile e politica, unità territoriale amministrativa e giurisdizionale, bene comune. Vi partecipano ricercatori e specialisti delle diverse discipline, scientifiche, umanistiche, storiche, politico-giuridiche, sociologiche, all’interno di sei linee tematiche:

1)       Il territorio come “invenzione” e “rappresentazione”, ovvero come “paesaggio”, inteso nelle sue diverse sfumature disciplinari (antropico e/o naturale), a seconda della prospettiva artistico-intellettuale in cui viene letto; imprescindibile nella riflessione sulle “comunità immaginate” (o “immaginarie”), e all’invenzione e alla manipolazione delle tradizioni, del prodotto locale, della cultura etnica (spesso in funzione turistica o addirittura politica).

2)       Il territorio come “costruzione” e “distruzione” storica del paesaggio agricolo e degli insediamenti umani: dalla conquista della natura (tramite disboscamenti, bonifiche, dissodamenti, costruzioni di dighe, deviazioni di fiumi ecc.) all’espansione delle aree antropiche (tramite piani urbanistici, ferrovie, strade, deforestazioni, riconversione delle aree industriali, inquinamento ambientale, scellerato utilizzo delle risorse ecc.).

3)       Il territorio come “ecosistema”, ecosistema”, ambiente vitale, contesto planetario, nel quale confluiscono diversi momenti della ricerca universitaria: dalla ricerca sul miglioramento della qualità enogastronomica dei prodotti alimentari ai risvolti sulla salute fisica e psicologica e sociale sugli uomini.

4)       Il territorio in senso storico-politico e anche militare. Il territorio come “immagine” virtuale: “mappa”, “pianta”, “carta” geografica, segnata da confini mai definitivi, in cui l’uomo fissa o sposta la sua residenza, riconosce o disconosce confini, stabilisce o nega identità e l’Altro, che lo attraversano e lo riplasmano. Territorio come “rete”, non fissa, ma elastica, di unità e pluralità demografiche, di popolazioni in movimento, tra repulsione e integrazione.

5)       Il territorio come risorsa per l’economia locale e globale, e quindi per un’economia sostenibile in grado di integrare sviluppo e benessere, progresso ed equità, e di riuscire a ridurre le distanze sociali fra le diverse aree del mondo, e all’interno di ogni area, anzi di imporre un nuovo modello di convivenza, fondato non sul profitto individuale, ma sul profitto sociale.

6)       Il territorio come luogo d’indagine geologica, ovvero studio dell’età della terra e della sua storia all’interno del sistema planetario solare, e quindi in rapporto alla vita dell’universo, là dove corre la ricerca di nuovi “luoghi” abitabili, la visione di sempre nuovi paesaggi “cosmici”, territorio come “altrove”.

Si tratta di un sapere multidisciplinare e interdisciplinare, che si incardina sulla conoscenza e la valorizzazione del contesto nel quale operano gli studiosi, e che si ravviva nell’interpretazione e nella rappresentazione di un paesaggio che si apre, come una possibilità del mondo, allo sguardo che racconta un luogo, e alla riflessione consapevole sul ruolo dell’uomo.

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