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A Josep Borrell, Alto rappresentante Ue e vice presidente della Commissione, il primo dottorato honoris causa conferito dall’Università di Urbino

Comunicato stampa pubblicato il giorno 23/10/2024

Università degli Studi di Urbino Carlo Bo - Oggi il rettore dell’Università di Urbino, Giorgio Calcagnini, ha conferito il dottorato di ricerca honoris causa in Global Studies: Economy, Society and Law a Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza e vice presidente della Commissione europea.

“Questo riconoscimento - ha detto il rettore Giorgio Calcagnini in apertura di cerimonia - premia una delle personalità più capaci del panorama politico-istituzionale internazionale, dotata degli strumenti interpretativi per l’analisi e la comprensione dei meccanismi dei processi di globalizzazione”. Il dottor Borrell - ha aggiunto - è il “fautore più strenuo di un’idea piena di integrazione della nostra Europa”.

A leggere la laudatio, il professor Antonello Zanfei, coordinatore del dottorato: “E’ un evento straordinario, non solo perché è la prima volta che il nostro Ateneo conferisce un dottorato honoris causa, ma anche perché palesa la crescente attenzione che l’Università di Urbino riserva alla ricerca. In questo specifico caso mette anche in luce l’importanza che l’Ateneo assegna a temi di grande rilevanza e attualità, fra cui spiccano le sfide che affronta il processo di integrazione europea in un contesto di crescenti tensioni sia internamente all’Unione sia su scala globale”.

Dopo aver ricordato alcuni passaggi fondamentali del percorso politico-istituzionale di Borrell, che hanno incrociato e stimolato il processo di integrazione - il riferimento è andato in particolare all’impegno per l’adesione della Spagna alla Comunità europea e al contributo alla proposta di creare un “Ministero degli Affari esteri europeo” - il professor Zanfei ha citato le ultime difficile fasi che Borrell si è trovato ad affrontare da vice presidente della Commissione europea: l’emergenza pandemica, che lo ha visto partecipare attivamente a un “ripensamento complessivo delle relazioni politiche e commerciali internazionali”, l’invasione russa dell’Ucraina, che lo ha visto convinto assertore “di un fondo comune per il sostegno militare al Paese aggredito, senza rinunciare a esperire le vie diplomatiche”, il conflitto israelo-palestinese, tema sul quale l’Alto rappresentante Ue si è distinto in difesa del diritto internazionale, contro il massacro di civili e per aver invocato una presa di responsabilità dell’Europa nel “favorire il reciproco riconoscimento fra le parti”.

“Sono profondamente onorato di ricevere questo diploma di dottorato in Global Studies. Queste le prime parole dell’Alto rappresentante Ue, che ha dedicato la sua lectio (The political momentum of Europe: between Hamilton and Demostenes) alla storia e alle prospettive del progetto europeo di integrazione.

“Federico da Montefeltro - ha detto citando una delle figure centrali della storia urbinate e in relazione ai tanti conflitti che hanno attraversato e attraversano il Vecchio continente - fece la sua fortuna come capitano di ventura, come ‘condottiero’. La storia delle guerre tra europei è anche in gran parte la storia di Urbino”. Molti poi i passaggi sulla situazione attuale: “In questo mondo - ha proseguito Borrell - il livello di integrazione che abbiamo raggiunto è insufficiente. Se l'Europa vuole sopravvivere, dovrà diventare ancora più unita”. Un contesto nel quale deve inserirsi il lavoro delle nuove generazioni: “L'Unione Europea è stata costruita come reazione. D'ora in poi, dobbiamo essere propositivi”.

Nel corso della sua lectio l’Alto rappresentante ha tracciato quindi un parallelo fra esigenze contingenti e Alexander Hamilton, segretario al Tesoro degli Stati Uniti e inventore del debito pubblico federale. Tra Demostene, che avvertì gli ateniesi sul ruolo minaccioso di Sparta, e le posizioni da tenere nel quadro geopolitico odierno: “Alcuni dicono che se ci armiamo per evitare la guerra, finiremo per fare la guerra. Ma quello che è certo è che se non si  è abbastanza forti, si possono scatenare le ambizioni di dominio di qualcuno più forte di noi”. Al giudizio sul conflitto russo-ucraino si è aggiunto quello sul medio-oriente, sulla situazione a Gaza: “Quello che sta succedendo lì - ha rimarcato Borrell - è certamente una violazione del diritto internazionale umanitario”. Infine, sono tre i punti che l’Alto rappresentante Borrell ha indicato come soluzione ai problemi europei. Il primo, più risorse per le sfide che abbiamo di fronte, perché “le sfide costano molto di più di quanto l'1% del nostro PIL possa coprire”. Il secondo, più unità, con il superamento del principio dell’unanimità a tutti i costi. Terzo, una “visione strategica per il futuro”, che è stato anche un richiamo ai giovani.

“L'Europa - ha concluso l'Alto rappresentante - deve essere impegnata e aperta, consapevole delle sue responsabilità storiche, delle sue capacità e della necessità di partecipare alla costruzione di un mondo in cui le libertà politiche, la prosperità economica e la coesione sociale diventino sempre più le chiavi per il futuro. Siamo riusciti a combinare questi tre valori meglio che in qualsiasi altra parte del mondo. Ma siamo ancora lontani dalla ‘città ideale’, abbiamo bisogno di maggiore unità”. 

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