Uniurb: inaugurata l’Aula Magna dell’Area Scientifico Didattica Paolo Volponi dopo i lavori di restauro
Comunicato stampa pubblicato il giorno 13/12/2024
Università degli Studi di Urbino Carlo Bo - Questa mattina è stata inaugurata l’Aula Magna dell’Area Scientifico Didattica Paolo Volponi a seguito dei lavori di rifacimento della pavimentazione e del restauro degli arredi. La cerimonia, nel giorno del genetliaco di Giancarlo De Carlo, prima di una serie di iniziative che omaggeranno l’architetto e la sua opera nel corso del 2025, anno del ventennale della morte, è iniziata con il taglio del nastro e con la proiezione del cortometraggio Bo/De Carlo. Pensare una Città. Un Ateneo nel segno del contemporaneo, titolo che dà anche il nome alla mostra allestita nel Cortile di Palazzo Bonaventura.
“Questo - ha esordito il rettore Giorgio Calcagnini nel saluto di apertura - è un atto politico. Carlo Bo aveva richiesto un luogo da poter usare anche nelle manifestazioni pubbliche della città, un luogo che rappresentasse il ruolo dell'Università che, come una grande quercia ultracentenaria, per radici e per anni, sostiene l’equilibrio di questo piccolo e universale mondo. Il Magistero (oggi Area Scientifico Didattica Paolo Volponi, ndr) doveva essere l’edificio maestro. De Carlo concepì questo auditorium con un sistema acustico simile a quello del teatro greco di Epidauro”. “Bo e De Carlo - ha proseguito il rettore evocando il rapporto di profonda intesa tra i due - hanno segnato una strada che fa dialogare passato e futuro”.
“Ciò che lega lo zio a De Carlo nel modo più profondo - ha rimarcato l’avvocato Marcella Bo, rappresentante della famiglia nel consiglio di amministrazione della Fondazione Bo - è la religione di Urbino: un amore assoluto e incondizionato per questa terra, questa città e i suoi abitanti. Qui De Carlo ha realizzato le sue opere più belle e, come diceva lo zio del Magistero, il suo capolavoro”.
La voce di Massimo Raffaeli ha quindi scandito le parole del testo Carlo Bo, De Carlo in Urbino, lasciando poi il testimone agli architetti dello studio Giancarlo de Carlo e Associati, curatori dell’intervento di rifacimento e restauro. “Il senso profondo della bellezza di questo edificio - ha sottolineato Monica Mazzolani, non prima però di aver letto il messaggio di apprezzamento inviato dal Getty Conservation Institute - è il tentativo di rappresentare la complessità della società”. “Il Magistero - ha aggiunto Antonio Troisi - è un’architettura radicale, forte, innovativa e al contempo così delicata nel contesto urbano, radicata nella cultura di Urbino”.
La testimonianza di Angela De Carlo, collaboratrice dello studio Giancarlo De Carlo e Associati, ha fatto infine luce su alcuni aspetti che ne caratterizzavano l’impegno: “De Carlo vedeva il mondo attraverso l'architettura, questo era il suo modo di intendere e interpretare la vita. L’architettura era per lui la lingua che serve alla comunicazione tra gli individui e il suo approccio era olistico. De Carlo - ha poi precisato - non praticava uno stile, ogni suo progetto era inevitabilmente diverso dagli altri”.
A chiudere il programma della mattinata, intermezzato da momenti come la lettura del brano Giancarlo De Carlo, un’amicizia feconda a cura di Silvio Castiglioni, è stato l’intervento del direttore generale dell’Università di Urbino, Alessandro Perfetto.
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