Venerdì 6 dicembre 2013 presentazione della ricerca “La Mediazione Interculturale nelle Marche”
Comunicato stampa pubblicato il giorno 21/11/2013
Presentazione della ricerca “La Mediazione Interculturale nelle Marche”
Venerdì 6 dicembre 2013 ore 9,30
Ancona, Sala del Consiglio Comunale, largo XXIV Maggio, 1
Una giornata dedicata al tema della mediazione interculturale nelle Marche, a partire dalla ricerca “MIR - mediazione interculturale sociale e sanitaria nelle Marche. Mappare le pratiche e costruire protocolli di intervento” condotta dal Dipartimento di Economia, Società e Politica (DESP) dell'Università di Urbino Carlo Bo grazie ad un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e con la collaborazione dell'Osservatorio Diseguaglianze dell’Agenzia Regionale Sanitaria. I lavori verranno aperti da Emma Capogrossi (Assessore servizi sociali, igiene, sanità, pari opportunità, Comune di Ancona), Fatima Farina (ricercatrice dell'Università di Urbino Carlo Bo) e Alessandra Baldini (Presidente dell'Ordine degli Assistenti Sociali delle Marche). Presenteranno i risultati della ricerca Alba Angelucci, Eduardo Barberis, Angela Genova e Irena Korelc (Università di Urbino Carlo Bo). Parteciperanno alla discussione Patrizia Carletti (Agenzia Sanitaria Regionale Marche), Zana Dhroso (Associazione Senza Confini) e Iside Cagnoni (Coordinatrice Attività Sociali Area Vasta 2 - ASUR Marche). Gli interessati sono invitati a partecipare. Principali risultati Nel corso del convegno saranno presentati i principali risultati della ricerca che, con quasi 200 fra questionari e interviste, ha analizzato le caratteristiche dei mediatori interculturali attivi nelle Marche e il bisogno di mediazione nei servizi sociali e sanitari. La ricerca, in particolare, ha messo in evidenza che: - gli operatori sociali e sanitari marchigiani sentono il bisogno di interventi di mediazione interculturale per migliorare l’accesso ai servizi da parte della popolazione immigrata e l’efficacia e efficienza del loro lavoro e i dei servizi stessi; - tuttavia l'attuale disponibilità di servizi di mediazione non risponde appieno a tali esigenze;- da un lato, sotto l'etichetta di “mediatori interculturali” operano persone con competenze diverse: persone qualificate con esperienza migratoria; volontari con funzioni limitate; italiani senza esperienza migratoria e con competenze linguistico-culturali insufficienti...
- dall'altro, la committenza (pubblica e privata) non ha idee abbastanza chiare sulla funzione della mediazione interculturale e di conseguenza non è sempre in grado di reclutare le persone più competenti e adatte ai bisogni dell'utenza;
- infine, troppo spesso l'attenzione si concentra solo sul mediatore e non su come il mediatore viene inserito nella rete dei servizi;