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Conferenza
LE GEOSCIENZE PER L'ARCHEOLOGIA: IL CASO DI POMPEI

Abstract dell'evento

La catastrofica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. provocò la distruzione della città di Pompei e la morte di molti dei suoi abitanti. L'analisi dei prodotti dell'eruzione all'interno dei siti archeologici fornisce informazioni essenziali e senza precedenti per comprendere come le varie fasi eruttive abbiano colpito le città romane e i loro residenti. L'osservazione sistematica, effettuata durante i recenti lavori di scavo nelle Regio V e IX di Pompei, ha permesso di ricostruire le relazioni stratigrafiche tra i prodotti delle diverse fasi dell'eruzione vesuviana del 79 d.C. e la struttura degli edifici, considerando sia gli elementi non danneggiati che quelli crollati, come muri e coperture. Questa analisi, basata su una nuova sequenza stratigrafica correlata a livello regionale, ha consentito di ricostruire la successione degli eventi distruttivi che ha causato la rovina e l'interramento degli edifici romani. A Pompei, le vittime durante la fase Pliniana dell’eruzione furono causate dai crolli dei tetti. Durante la seconda fase, le persone morirono sia per traumi fisici dovuti all'energia cinetica delle correnti piroclastiche, sia per soffocamento a causa dell'atmosfera ricca di cenere.

Pompei è una fonte incomparabile di scoperte archeologiche la cui attenta interpretazione permette di aprire una finestra temporale sul passato e su quelle che erano le vite, le abitudini, le relazioni e le tecnologie degli antichi abitanti della città vesuviana. Gli studi pompeiani risultano fondamentali per la cultura materiale associabile al mondo romano e a Pompei è possibile ricostruire intere chaîne operatoire di ceramisti, di pittori al lavoro, di mastri restauratori. Lo studio minero-petrografico dei materiali da contesti chiave, come le officine ceramiche di Via dei Sepolcri e Porta Nocera, i pigmenti conservati nelle loro ciotole dai vari cantieri di restauro antichi presenti in città al momento dell’eruzione del 79 d.C., i materiali a base di malta da strutture murarie pre- e post- sisma del 62 d.C. e i loro ingredienti dai cantieri edili della “Stanza Blu” hanno permesso di mettere in luce strategie di approvvigionamento delle materie prime e le esatte tecniche di produzione del materiale finito.

Programma

Le Distinguished Lectures sono una serie di conferenze itineranti la cui tematica è vista da prospettive differenti da parte di conferenzieri che presenteranno le loro ricerche innovative e criticamente provocatorie. La Scuola di Scienze Geologiche e Ambientali dell'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo ha il piacere di essere tra le sedi universitarie prescelte del 2025, nelle quali si terranno le Distinguished Lectures dei professori Claudio Scarpati e Celestino Grifa dal titolo "LE GEOSCIENZE PER L'ARCHEOLOGIA: IL CASO DI POMPEI", promosse in maniera congiunta dalla Società Geologica Italiana e dalla Società Italiana di Mineralogia e Petrologia. Le Distinguished Lectures hanno lo scopo di stimolare un critico dibattito interdisciplinare su tematiche delle Geoscienze. Le due conferenze verranno tenute congiuntamente e sono rivolte a studenti, dottorandi, assegnisti e ricercatori.


Relatori/Relatrici

  • Claudio Scarpati, Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse, Università di Napoli Federico II: "L’eruzione vesuviana del 79 AD e la distruzione di Pompei".
  • Celestino Grifa, Dipartimento di Scienze e Tecnologie, Università del Sannio: "Pompei uno scrigno di scoperte geologiche: il contributo della mineralogia e della petrologia"


Dettagli sull'evento

Data e luogo

  Inizio: 13/03/2025 alle ore 15:00 Fine: 13/03/2025 alle ore 18:00
Palazzo Battiferri (Urbino, Via Saffi, 42) AR - Aula Rossa

Organizzato e promosso da:

Scuola di Scienze Geologiche e Ambientali
Società Geologica Italiana e Società Italiana di Mineralogia e Petrologia


Modalità di partecipazione

Altre informazioni utili

Ingresso libero. La conferenza è rivolta a studentesse e studenti, dottorandi, assegnisti e ricercatori.

Per informazioni: alberto.renzulli@uniurb.it


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