Dopo l’emanazione del nuovo Ordinamento dell’Istruzione superiore, nel 1923, l’Università ha conservato il riconoscimento di Università libera ed il relativo Statuto è stato approvato con regio decreto dell’8 febbraio 1925 (n. 230), successivamente aggiornato, a partire dal 1929. Lo statuto di Università libera poggia ancora sull’art. 4 del Testo unico delle leggi sull’Istruzione superiore, 1933: “Le Università e gli Istituti superiori liberi non hanno contributo a carico del bilancio dello Stato” e sull’art. 14 della legge 18 del dicembre 1951 (n. 1551): alle Università libere “può” essere concesso un contributo “a compenso delle minori entrate determinate dall’entrata in vigore della presente legge” (che esonerava dal pagamento delle tasse varie categorie di studenti di condizioni disagiate).
Alla ripresa, dopo la prima guerra mondiale, l’Università era così composta: l’antica Facoltà di Giurisprudenza, arricchita nei suoi insegnamenti; la Facoltà di Farmacia, costituita sull’antica scuola, a partire dal 1933, e la Facoltà di Magistero, istituita con regio decreto del 27 ottobre 1937 (n. 2038) che potenziò vigorosamente l’Ateneo con il notevole afflusso di studenti da tutt’Italia. Nel 1947, nonostante la crisi determinata dalla seconda guerra mondiale, gli iscritti erano 3.150 e l’anno precedente si erano aperti anche i Corsi estivi.
Carlo Bo nel Discorso inaugurale di quell’anno accademico commentava che “la vita moderna porta a correzioni e a mutamenti anche nel campo degli studi, bisogna saper cogliere il momento opportuno per queste innovazioni”.
Sembra il programma dei cinquantaquattro anni di rettorato di Carlo Bo (al quale nel 2003 è stata intitolata l’Università) scandito in parte dai Discorsi rettorali che vanno dal 1947 al 1967: il rettore decise la sospensione della cerimonia inaugurale dell’ anno accademico urbinate, in seguito alle ben note manifestazioni studentesche del 1968.
La tradizione è stata ripresa solo nel 2002 dal nuovo rettore, Giovanni Battista Bogliolo, eletto nel 2001.
Ben visibile, già dagli anni Cinquanta, il nuovo corso impresso alla vita ed allo sviluppo dell’Università da Carlo Bo, con il coinvolgimento diretto delle forze politiche e amministrative locali, mentre gli interventi a livello nazionale non potevano che essere straordinari e ottenuti, di solito, in seguito a personali sollecitazioni di autorità politiche ed accademiche.
L’Università e la città ebbero il coraggio di puntare sul potenziamento delle istituzioni culturali nel loro complesso che comportavano un piano di ristrutturazione che coinvolgeva l’intero tessuto urbano ed extra-urbano con un piano regolatore audace, affidato all’architetto Giancarlo De Carlo: alla ristrutturazione degli antichi edifici universitari si accompagnava la costruzione dei nuovi, non senza infinite polemiche sul riuso dei centri storici.
L’impulso dato da Carlo Bo allo sviluppo dell’Università è ben esemplificato dalle sue realizzazioni: le nuove facoltà segnano l’inizio della più ampia diffusione degli edifici universitari nel centro storico, attraverso un’accorta politica di acquisti e di permute di immobili (con la collaborazione dell’amministrazione comunale) destinati ad accogliere facoltà ed istituti in rapido incremento.
Nel 1960 iniziava la costruzione del primo nucleo dei collegi universitari, sul Colle dei Cappuccini (150 posti con relativi servizi, destinato ad ampliarsi fino ad accogliere 1500 studenti).
Impressionante la rapidità della crescita, sempre accompagnata dalla ristrutturazione di antichi edifici per accogliere le nuove facoltà: Lettere e Filosofia nel 1956-57; Economia e commercio con sede in Ancona nel 1959-60, continuata ad Urbino nel 1982-83 e collocata di recente nel prestigioso e restaurato Palazzo Battiferri; con l’anno accademico 1967-68 si apriva il Corso di laurea in Scienze politiche (divenuto Facoltà nel 1992) presso l’antica Facoltà di Giurisprudenza che l’anno dopo si trasferiva, con il fondo giuridico della Biblioteca, nella restaurata sede dell’ex-convento di Sant’Agostino; nel 1971-72 si avviava la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali; nel 1970-71 si apriva il Corso di laurea in Sociologia (divenuto Facoltà nel 1991) presso la Facoltà di Magistero che, nel 1976-77, si trasferiva nella grande sede di via Saffi (ex convento di Santa Maria della Bella); nel 1991 nasceva la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere a Palazzo Petrangolini; nel 1992 quella di Scienze ambientali; nel 1997 la Facoltà di Scienze della formazione e nel 1999 la Facoltà di Scienze motorie sostituiva l’ ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica, nato nel 1962-63).
Il rettore Giovanni Bogliolo ben riassunse l’opera del suo predecessore, affermando nella relazione inaugurale dell’anno accademico 2001-2002: “Tutto quello che oggi l’Università di Urbino è lo deve a Carlo Bo.”
Naturale conseguenza di tale assunto fu l’intitolazione dell’Ateneo nel 2003 a colui che la resse gloriosamente e tanto a lungo.
Il 2006, anno delle celebrazioni per il Cinquecentenario dell’Università Carlo Bo di Urbino, venne celebrato con grandi eventi e manifestazioni, culminati nella Cerimonia di Inaugurazione dell’anno accademico 2006-2007 alla presenza di Umberto Eco.
Il 24 settembre 2009 l’ateneo ha eletto quale attuale rettore Stefano Pivato, Ordinario di Storia Contemporanea presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, facoltà della quale era stato Preside dal 2002 al 2008.
Gestire la delicata fase della statizzazione dell’Ateneo, decretata il 22 dicembre 2006 con scadenza quadriennale, senza penalizzarne la qualità, l’offerta formativa e i servizi è stato il compito che si sono dati il Rettore e gli organi dell’Ateneo. In particolare, nell’adeguare lo statuto alle norme statali, è stato potenziato il rapporto dell’Ateneo con le realtà produttive e sociali del territorio mediante l’ingresso di tre membri esterni nel CdA e l’istituzione del Tavolo di Consultazione.
Un ruolo fondamentale per il rilancio dell’Ateneo è ora affidato alla vocazione internazionale del binomio Università-città. In tale direzione vanno la creazione del Collegio Internazionale e l’istituzione dell’Urbino International Centre.